La vita ai tempi del Coronavirus: giorno 11

19 Mar

E’ strano trovare una routine e della normalità in tutto questo, eppure è quello che sta capitando a me. Mi sento come se stessi vivendo un’esperienza parallela a quelle che intuisco dai social: stesso scenario, stessa preoccupazione  eppure giornate diverse, stati d’animo diversi.

Non sono la persona che ero un mese fa, quando tutto è iniziato eppure io sono, nei limiti in cui lo consente questa situazione, serena. Dopo un primo periodo di allarme ho ritrovato il mio equilibrio, ho preso le mie misure e ho ripreso a navigare con il sorriso in faccia e Beyoncè nelle orecchie.

Quando tutto questo è iniziato, io ero a Roma e domenica 23 mi sono sparata 4 ore di Italo assistendo ai primi segni di quello che poi sarebbe diventata la nuova normale amministrazione. Mascherine, sguardi sospettosi, terrore: non avrei mai pensato che saremmo arrivati a questo. In questo momento, o sarebbe più giusto dire domani mattina, avrei dovuto riempire uno dei miei due trolley e poi partire per Venezia. Invece oggi ho pulito per bene l’ultimo trolley che avevo lasciato a portata di mano, l’ho impacchettato e l’ho ritirato. Ma non provo angoscia neanche nel mettere in stand by questa parte della mia vita. E’ solo questione di attendere, di saper accettare che ora è il momento di altro, di saper rinunciare.

E, negli ultimi anni, non ho fatto che esercitarmi all’attesa, alla rinuncia, alla pazienza, alla lentezza.

Mi sono arresa alla lentezza di queste giornate, le ho lasciate entrare in casa e le ho arredate a mia misura e ora che hanno vestiti colorati e fischiettano canzoni pop, siamo pronti per la primavera, che sta arrivando e ci stupirà come sempre.

 

 

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