Tag Archives: #sfiga #giancarlo #torino #2009 #limonare

L’importanza di sapere il proprio numero di telefono

19 Mag

Era l’estate del 2009, l’estate dell’influenza aviaria.

Era l’estate in cui andai a Londra per il concerto dei blur ad Hyde Park e tornai a casa con il cuore pieno di gioia e la febbre a 40. Grazie all’emergenza aviaria mia madre e il medico decisero che recludermi 10 giorni in camera mia fosse la scelta più saggia per scongiurare il pericolo epidemia; ancora oggi non capisco perché un esame del sangue non sia stato preso in considerazione.

Comunque.

Era l’estate del 2009, non avevo ancora 25 anni compiuti e sapevo a memoria soltanto due numeri di telefono: quello della mia migliore amica e quello del mio ragazzo, che ormai era diventato ex.

Ancora sottovalutavo l’importanza del cellulare come importante alleato nel rimorchio e non ritenevo necessario memorizzare quelle 10 cifre, tanto le avevo salvate in rubrica se proprio mi fosse capitato a tiro Damon Albarn.

Nel 2009, a Torino, se restavi in città ad agosto ed eri single potevi ancora contare su un grandissimo alleato: GIANCARLO.

E fu proprio da Giancarlo che, un martedì d’inizio agosto, conobbi l’uomo della mia vita.

Mi vide fumare e mi chiese l’accendino e da li iniziammo una discussione talmente nerd che per lui persi subito la testa: “Musicisti classici vs musicisti autodidatti”. Carino, alto, musicista, simpatico: dopo il primo vodka lemon era tangibile che il lemon era nell’aria.

Infatti limonammo.

Fu tutto bello fino al momento in cui l’amica arrivò a chiamarmi per il ritorno in provincia.

Ero nella stessa condizione di Cenerentola alla fine del ballo, solo che al massimo io potevo lasciargli una Converse nr 41 e forse avrei rovinato tutto.

Ma nessun problema: fece tutto lui.

Vediamoci domani, io abito qua, basta che mi lasci il tuo numero di telefono e ti scrivo nel pomeriggio.

Presa dall’amore iniziai a elencare un numero dietro l’altro fino a comporre un numero di telefono realmente esistente. Un ultimo bacio e ciao, a domani.

Uscii da Giancarlo con quell’espressione ebete che solo le cotte mischiate al vodka lemon mi sanno donare.

Il giorno dopo mi svegliai, ancora con quel sorriso ebete accompagnato dal mal di testa giancarliano. La mattina fu tutta un flashback accompagnato da musiche sdolcinate.

Poi arrivò il flashback del momento “Lasciami il tuo numero di telefono”.

La musica sdolcinata si stoppò di colpo e partì la colonna sonora de “Lo Squalo”.

“Io non lo so il mio numero di telefono a memoria”. “Cretina, che numero gli hai lasciato?”

I miracoli non esistono, quindi le opzioni erano due: o gli hai lasciato il numero di C. oppure quello dell’ex.

Ok, respira, concentrati. Chiudi gli occhi e prova a ricordare.

Ed eccomi, che mi ricordo con quanta emozione tiro fuori un numero dietro l’altro fino a formare il numero di telefono del mio ex.

MERDA. MERDA. MERDA.

COGLIONA. COGLIONA. COGLIONA.

Tornai altre due volte a cercarlo da Giancarlo, la prima non lo trovai, la seconda, al mio compleanno, mi spaccai un ginocchio ballando “Nessuno mi può giudicare”, e mi dissi che non era destino.

Nel periodo a casa con le stampelle decisi di imparare a memoria il mio numero di telefono.

Un anno dopo il mio ex mi disse che aveva ricevuto un sms di un tipo rivolto a me.

Storie di sfiga vera